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4. Treno Alta Velocita' (TAV) - Nodo Bologna

La realizzazione del nodo di Bologna
Nel maggio '97 è stato approvato il progetto per l'interconnessione di San Ruffillo, situata nei comuni di Pianoro e San Lazzaro. Quindi, il 17 luglio 1997 si è positivamente conclusa la Conferenza dei Servizi, aperta il 6 maggio 1997. In questa sede sono stati sottoscritti specifici accordi che definiscono modi e tempi di realizzazione delle nuove opere di potenziamento del Nodo ferroviario di Bologna e per il passante ferroviario della linea veloce e sono state approvate importanti scelte progettuali. Le più significative per la città di Bologna prevedono che: il tratto urbano della nuova linea veloce si sviluppi in galleria per il 60% del suo tracciato, in modo da minimizzare l'impatto sulla città; la nuova linea sia collegata, alla linea esistente, attraverso le interconnessioni di Lavino e di S. Ruffillo, e, alle linee per Verona e Padova, attraverso due ulteriori interconnessioni urbane; la nuova stazione sotterranea per i treni veloci sia accessibile da via Fioravanti, da via De' Carracci e da via Pietramellara; sul fiume Reno siano realizzati quattro nuovi binari in affiancamento alla attuale linea Bologna-Milano da dedicare due al servizio di media/lunga percorrenza e due al Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM); per il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) siano realizzate 13 nuove fermate nel tratto metropolitano di tutte le attuali linee afferenti al Nodo di Bologna. Le linee di Vignola e Porretta saranno collegate fra loro nella stazione di Casalecchio di Reno e, passando per la Stazione Centrale, si collegheranno rispettivamente con San Benedetto Val di Sambro (Bologna-Firenze) e con Portomaggiore; siano eliminati i passaggi a livello all'interno del Nodo di Bologna; l'attrezzaggio tecnologico del Nodo ferroviario sia potenziato e modernizzato.
I cantieri del nodo di Bologna
L'apertura dei cantieri in un territorio fortemente urbanizzato come Bologna, ha determinato la necessità di risolvere, fin dalla fase di progettazione, numerosi problemi relativi, ad esempio, alla limitata disponibilità di aree, al traffico veicolare urbano, alla fornitura del materiale da costruzione. Per rispondere a queste problematiche e limitare al massimo l'impatto ambientale causato dai cantieri, TAV si è impegnata con gli Enti locali a trasportare su ferrovia, ove possibile, i materiali in ingresso ed uscita dai cantieri, a servirsi il meno possibile della viabilità ordinaria e, infine, a riutilizzare il materiale di scavo, ove fattibile. In tutti i cantieri, inoltre, sono previsti impianti per il trattamento delle acque industriali e fangose e sistemi per l'abbattimento delle polveri. Per razionalizzare l'organizzazione dei lavori e permettere la massima integrazione con la città, sono stati predisposti tre cantieri principali (Stazione Centrale/Stazione Arcoveggio, San Ruffillo, Deposito locomotive) e sei cantieri ausiliari (Fascio Salesiani, Ponte sul Reno, Poste, Lavino, Intermodale di Anzola, Innesto Bologna-Padova). I cantieri principali comprendono, oltre all'area dove vengono effettuati i lavori, un campo base totalmente attrezzato ed autosufficiente destinato ad alloggiare il personale; a seconda delle dimensioni i cantieri ausiliari possono essere invece adibiti esclusivamente alla produzione. Alla fine dei lavori in tutte le zone interessate dai cantieri verrà effettuata una completa opera di ripristino ambientale per riportare il territorio alle condizioni iniziali.

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