Il modello Bologna Soccorso

a cura di Marco Vigna
Estratto dal libro “50 anni di professione infermieristica a Bologna: gli infermieri si raccontano”

12 Luglio 1986

Deraglia il treno Roma–Monaco sulla ferrovia del Brennero

Nell’aprile del 1986 il deragliamento del treno Roma–Monaco, in località Camposanto (Mo), provoca 58 feriti. Anche in questo caso il sistema di soccorso bolognese viene elogiato per la grande capacità di integrare uomini e mezzi di vari enti. Bologna soccorso invia rapidamente sul posto 26 ambulanze, che soccorrono 58 feriti. Grazie a tecniche di triage ormai consolidate in Bologna Soccorso si realizza un efficace e rapido sistema di smistamento dei feriti tra i diversi ospedali della zona: 9 feriti verranno trasportati all'Ospedale di Crevalcore, 1 al Policlinico di Modena, 6 all’Ospedale di S. Giovanni in Persiceto, 2 all’ospedale Mirandola, 2 all’Istituto Ortopedico Rizzoli, 1 all’Ospedale di Concordia e 27 all’Ospedale San Felice Sul Panaro.


1986

Viene attivato a Bologna il primo servizio di elisoccorso completamente integrato nel sistema di emergenza territoriale

Nel giugno 1986, dopo varie sperimentazioni, la Regione Emilia–Romagna attiva il servizio di elisoccorso con base al Maggiore, affidandone la gestione a Bologna Soccorso. Il servizio è tra i primi in Italia a funzionare in modo continuativo dall'alba al tramonto, tutti i giorni dell'anno e il primo in assoluto ad operare in modo completamente integrato con il sistema di emergenza territoriale. La base di Bologna servirà negli anni successivi ad addestrare il personale di Ravenna Soccorso e Parma Soccorso, che sarà impiegato nei relativi servizi di elisoccorso. L’equipaggio sanitario è costituito da un medico e due infermieri. Il primo servizio di soccorso viene effettuato dalla Dott.ssa Teresa Fiandri e dagli infermieri Marco Vigna e Mauro Sacchetti.


1987–1990

La Regione Emilia–Romagna estende a tutta la Regione il modello “Bologna Soccorso”

Nel febbraio 1987 vengo trasferito a tempo pieno in Regione – presso il Servizio Assistenza Ospedaliera dell’Assessorato Sanità, allora retto da dall'Ass. Giuliano Barbolini – con l’obiettivo di coordinare l’attivazione di centrali operative basate sul modello “Bologna Soccorso” nel resto del territorio regionale. In tre anni viene completato il sistema con la realizzazione di 10 centrali di coordinamento a gestione ospedaliera e il riordino delle reti territoriali di soccorso.

Tutte le centrali vengono interconnesse tra di loro via rete telefonica e via radio creando un unico grande sistema regionale, sistema che crea grande interesse da parte delle altre Regioni e dal Ministero della Sanità. Il 9 marzo 1990 il Consiglio Regionale dell'Emilia–Romagna approva la legge 15 – “II° Piano Sanitario Regionale per il triennio 1990-92" e, nello specifico, l' ”Allegato E - Servizi di emergenza urgenza” dove viene definitivamente adottato il modello Bologna Soccorso, definendone anche i contenuti tecnici e organizzativi.


1989

Si completa l’ingresso in centrale di tutte le associazioni: Bologna Soccorso è la prima centrale italiana a realizzare il completo coordinamento delle emergenze su un intero ambito provinciale

Nel maggio del 1989 entra a far parte della centrale di Bologna Soccorso anche il Consorzio Ambulanza 5 CATIS costituito dalla PA Città di Bologna, dalla PA Croce Italia e dalla Coop. Croce Azzurra. In quel momento Bologna è la prima città italiana ad avere, a livello provinciale, un unico punto di arrivo delle chiamate e di gestione dei mezzi di soccorso extraospedaliero. Si realizza e si consolida, così, il modello di integrazione tra i vari enti e associazioni, che sarà poi mutuato dal decreto istitutivo del 118.

Questa soluzione, inizialmente sperimentata con la C.R.I. nell’accordo del 1983, consente di evitare la traumatica scomparsa dei numeri dei singoli enti, assicurando, nel contempo, un efficace coordinamento di tutte le chiamate di emergenza in una unica centrale. Viene altresì realizzato il modello organizzativo che prevede la completa integrazione nel servizio di tutte le componenti, volontarie e non, del soccorso.


1989

La scelta del 118 come numero unico e l’Art 118 della Costituzione

Il Ministero della Sanità chiedeva da tempo l'individuazione del numero unico delle emergenze sanitarie, funzione allora di competenza della SIP. Grazie all’impegno di un dirigente bolognese della SIP – Paolo Trevisani, molto legato al nostro percorso – venne scelto il 118, in quanto evocativo dell’Art 118 della Costituzione che ha ad oggetto la sussidiarietà. Quindi non solo un numero, ma una idea di servizio fatto di partecipazione e di collaborazione tra Pubblica Amministrazione e cittadini, idea che è l’essenza del nostro sistema.


1 Giugno 1990

Attivazione sperimentale del 118 a Bologna e a Udine

L’allora Direttore Generale Ospedali del Ministero della Sanità, Dott. Danilo Morini, dopo vani tentativi di condividere con le Regioni un unico modello organizzativo, ma comprendendo l’urgenza di dotare il paese di un efficiente sistema di coordinamento, decide di sostenere il modello dell’Emila Romagna e l’analogo del Friuli–Venezia Giulia. Conseguentemente Morini, con proprio atto autorizzò l’attivazione del 118 a Bologna e a Udine, già completamente attive a livello provinciale, in occasione dei mondiali di calcio. Quella scelta, politicamente azzardata, si rivelò decisiva per avviare il 118 perché riuscì a dare prova concreta del buon funzionamento del modello, poi rapidamente condiviso da tutte le altre Regioni.


1991–1992

La fase finale: adozione del Decreto istitutivo a livello nazionale del 118

Nell'ottobre 1991 la questione 118 ha una improvvisa e inattesa accelerazione a livello nazionale. Vari casi di malasanità richiamano l'attenzione dei giornali e delle TV sul problema delle emergenze . Il Ministero della Sanità pone il problema alla Conferenza Stato Regioni, che attiva varie riunioni. Nel corso di queste riunioni viene predisposto un documento che ripropone a livello nazionale le indicazioni programmatorie della Regione Emilia–Romagna. In seguito a tale iniziativa, il 6 novembre 1991 si tiene a Roma una conferenza stampa, indetta dall’Assessorato Sanità della Regione Emilia–Romagna, sul problema del numero unico delle emergenze sanitarie 118, nella quale si promuove il coordinamento nazionale su tale questione.

Il 13 novembre 1991 vengo chiamato a far parte di uno specifico gruppo di lavoro operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Segreteria Conferenza Stato–Regioni. Di quel gruppo fa parte anche Marco Braida, Infermiere della Regione Friuli–Venezia Giulia. Il Gruppo prepara un documento sul sistema delle emergenze sanitarie, che ripropone a livello nazionale i contenuti dell' “Allegato E delServizi di emergenza urgenza" della legge 15 "Piano Sanitario della Regione Emilia–Romagna per il triennio 1990–92”.

Il 2 dicembre 1991 la Conferenza Stato-Regioni approva il "Documento sul sistema delle emergenze sanitarie”.

Il 9 gennaio e il 30 gennaio 1992 la Commissione organizzazione servizi pronto soccorso del Consiglio Superiore della Sanità (CSS) esamina, approvandolo, il documento, precedentemente condiviso dalla Conferenza Stato Regioni. La presentazione del documento è stata fatta dagli Infermieri Braida e Vigna.

Il 12 febbraio 1992 il Consiglio Superiore della Sanità – Assemblea Generale – approva un proprio documento sul sistema 118, che viene successivamente inviato al Ministero della Sanità per la conversione in DPR.

Il 18 febbraio 1992 nella riunione del "Gruppo Misto" Stato-Regioni, che si tiene a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, viene predisposto l’articolato del Decreto.

Il 9 marzo 1992 un ulteriore incontro del Gruppo Tecnico Emergenze Sanitarie della Conferenza Stato-Regioni, avvenuto presso l’Ufficio del Ministro per gli affari regionali, valuta positivamente la proposta di articolato del Decreto.

Il 27 marzo 1992, sulla base dell’accordo con le Regioni e del documento approvato dal CSS, il Ministero delle Regioni e il Ministero della Sanità propongono al Consiglio dei Ministri il testo del provvedimento che regolamenta la costituzione del 118.

Lo stesso giorno il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, firma il Decreto Presidente della Repubblica 27 marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”, conosciuto anche come "Decreto istitutivo del 118" che ripropone per intero il modello organizzativo sperimentato a Bologna.

Occorreranno altri 12 anni per realizzare la rete 118 in tutte le regioni.


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